L’ANNO 1968, ERA LA FESTA DI SAN NICOLA, QUANTA GENTE PER LA VIA…

Pubblicato giorno 21 maggio 2021 - Pastorale

di Alessandro Covino

 

Correva l’anno 1968 e a qualcuno a Tuoro , venne l’idea di organizzare una sontuosa festa in onore di San Nicola. Nelle intenzioni degli organizzatori la festa, nel suo insieme doveva far impallidire gli abitanti dei paesi vicini. Per fare tutto ciò, occorrevano i fondi necessari, per cui organizzata una indomita squadretta, questa fu sguinzagliata nei paesi vicini e su Napoli. Furono inoltre rivolte richieste di danaro ai numerosi tuoresi in Italia e all’estero. Su Napoli molto attivi furono i numerosi tuoresi che in quegli anni svolgevano le mansioni di portieri, ricordo tra i più attivi zio Pasquale, zio Dantuccio, zio Albino, Cosomela….., ma anche zio Gennarino e Ilario ed altri che ora non ricordo. Alla fine, raccolta la somma necessaria per organizzare l’evento, questo fu fissato nel mese di agosto, periodo nel quale tutti i tuoresi tornavano nel luogo natio per passare qualche giorno in famiglia.
Luminarie sfavillanti, bancarella del torrone di Guerra Clemente fu Giovanni, banda di Pannarano, con il mitico cuperchione alla grancassa e gran finale con i fuochi pirici di Panariello di Pannarano. Ma sopratutto esibizione canora del mitico Aurelio Fierro. La festa, nel suo insieme fu qualcosa di memorabile, mai vista tanta gente a Tuoro. In quella giornata furono consumati ettolitri di vino di elevata gradazione ed a sera molti erano particolarmente euforici. Ricordo che dal palco posto con le spalle al Taburno, un piccolo presentatore esordì: ” dalla Rai TV una cantante che in poco tempo ha sbaragliato tutti…Rosy Pomilia”….dal pubblico si levo’ più di una voce: “” ma chi è …ne?””, fu poi la volta del maestro Fierro che cantò tre brani,alla fine il popolo tutto in estasi alcoolica applaudì lungamente, un mio zio, Bernardo, lanciò dei confetti all’indirizzo del maestro in segno di stima, ma Fierro, già calvo, piuttosto contrariato urlo’:”Uaglio’ ferniscila ca me stai ciaccann””.
Fin qua il racconto della festa, ma io unitamente a mio fratello Tonino ed a papà, per raggiungere Tuoro, dovemmo chiedere il favore ad un tale signor Cherchi, un Sardo munito di patente di guida,che lavorava in Pignasecca e che collaborava con papà nella vendita di buste e carte per alimenti. Erano anni difficili e per arrotondare il misero stipendio di portiere, avendo due figli a scuola, mio padre cercava di arrangiarsi in ogni modo e fu cosi che oltre al rappresentante di carta per alimenti, divenne anche rappresentante della ditta Della Volpe Carlo, un sedicente avvocato dalle mille risorse, il quale si inventò il panettore Sivori e delle merendine tipo buondì Motta chiamati Sivorini. Erano gli anni in cui nel Napoli giocava il grande Omar Sivori e quindi, questo prodotto, con questo nome, prese subito piede nei bar in Pignasecca e nelle strade limitrofe. Se ne vendevano parecchi. Peccato per mio padre, che questi prodotti prima di essere consegnati ai bar passavano da casa nostra, dove io e mio fratello aprendo furtivamente le scatole sottraevamo più di una merendina. A conti fatti, quasi sempre mio padre da quell’attività ci rimetteva solo soldi.
Comunque tornando al Cherchi ci organizzammo per andare a Tuoro a bordo di una sfavillante 500 giardinetta,di proprietà del Della Volpe, ovvero quella lunga. Lungo la strada mio padre come sempre comperò zucchero, caffè, frutta, carne e immancabile “scella” di baccalà da portare ai nonni. Mia madre, invece mandò alla nonna, una serie di bicchieri particolarmente capaci, che in quegli anni uscivano in omaggio dai pacchi del sapone Kid. Giunti a Tuoro, vidi mio nonno piuttosto contrariato per la presenza del Cherchi. Quando vide i bicchieri, poi, si infuriò non poco, secondo lui erano troppo capienti, per lui il bicchiere da vino era quello in cui oggi noi beviamo il caffè. Comunque pranzammo con il solito ragù lavato ma gustoso che preparava la nonna Annarella e continuammo a sorbirci l’ira di nonno Alessandro che non desiderava avere ospiti a casa. A sera, la festa di cui ho detto all’inizio, e al ritorno…. dopo mezzanotte, arrivati al bivio per Caserta sud, mio padre indicò erroneamente la strada sannitica, quella esterna che passa per Caivano e Casoria. Giunti in via Nuova Poggioreale, proprio dinnanzi al cancello del cimitero, la 500 si adagiò su se stessa e non volle più sapere di camminare. Il mitico signor CHERCHI, anche lui ancora in preda ai fumi dell’alcool, sceso dalla macchina, sconsolato, allargando le braccia ci riferì che si era rotta la balestra……… vi lasciò immaginare il mio stato d’animo dinnanzi ad un cimitero alle due di notte.
Quella che doveva essere una delle giornate più belle ed indimenticabili lo fu e lo è diventata per davvero!