Nel lontano 1992, nella presentazione dell’edizione italiana del Benedizionale, i vescovi espressero l’auspicio che esso potesse esprimere occasioni e stimoli per promuovere l’ampliamento della catechesi in situazioni e ambienti non facilmente raggiungibile dalla prassi ordinaria. Detto in parole povere, fornire una maggiore consapevolezza in termini celebrativi e teologici dell’atto del benedire anche in relazione all’ambito familiare e a tutte le sue componenti. Consapevolezza, che secondo chi scrive, ha necessità di essere recuperata soprattutto oggi come oggi (soprattutto da parte cattolica) si fa confusione nell’accettazione indiscriminata o almeno no sufficiente ragionata di chi vorrebbe far passare come “more uxorio” tutto quello che non può essere nemmeno in maniera annacquata una forma di famiglia o equiparata al sacramento del matrimonio. Il Benedizionale copre una serie di situazioni in cui la benedizione (il dire bene di una situazione nella prospettiva di Dio) copre gli ambiti della vita familiare in tutti i suoi livelli e gradi:
- benedizione della famiglia (nn. 404-430) durante la messa
- benedizione della famiglia durante nella messa della festa Santa Famiglia di Nazareth (nn. 431-433)
- benedizione annuale della famiglia nelle case (nn. 434-468)
- benedizione dei coniugi nell’anniversario del loro matrimonio o altre circostanze (nn. 469 – 529)
- benedizione dei bambini battezzati o non ancora battezzati (nn. 530 – 572)
- benedizione dei figli (nn. 585 – 605)
- benedizione dei fidanzati (nn. 606 – 627)
- benedizione di una madre prima del parto (nn. 628 – 654)
- benedizione degli anziani (nn. 680 – 716)
- benedizione dei malati, adulti o bambini (n. 717 che rinvia ai nn. 226 – 261)
La benedizione è memoria ed esplicitazione della benedizione donata da Dio (non una sorta di rito magico), quando creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza e li benedisse ordinando loro di crescere e moltiplicarsi e riempire la terra soggiogandola ed esercitando la signoria sopra ogni essere vivente e alla fine si compiacque di aver fatto una cosa molto buona (cfr Gen 1, 27 – 31).
Il progetto di Dio sulla famiglia
Nelle intercessioni e nelle preghiere di benedizione si contempla il progetto di Dio (non quello che a me piacerebbe che fosse o che ritengo giusto), piena e perfetta unità d’amore con il Figlio e lo Spirito Santo, da cui la famiglia discende e di cui è immagine. Dio Padre è fonte e modello di ogni paternità. Cristo, Verbo eterno del Padre, venendo ad abitare in mezzo agli uomini ha riversato sulla comunità familiare le benedizioni divine. Il Padre lo ha inviato nel mondo per rivelare il suo amore ed egli ha consacrato la vita domestica con l’umile sottomissione a Maria e Giuseppe, si è fatto modello di ogno membro della famiglia dando il primato alle cose del Padre, ha fatto della famiglia di Nazareth il modello dell’umanità nuova e della chiesa domestica, una famiglia che ama, che prega e perdona. A Cana di Galilea ha rallegrato gli inizi della vita familiare con la sua presenza e il segno del vino quale manifestazione della sua gloria. Ha stabilito che nessuno può e deve tentare ciò che Dio ha unito e consacrato. Nel vincolo fra uomo e donna ha fondato la comunità domestica fedele ed indissolubile, segno sacramentale dell’unione di Cristo e la Chiesa. L’amore e l’unione tra di essi e prefigurata e attinge la sua possibilità nella Pasqua di Cristo che ha amato la Chiesa e ha dato Se stesso per Lei.
L’intercessione e la benedizione discendenta è supplica a Dio, fondata su quello che egli ha donato e promesso ed allo stesso tempo espressione dei membri della famiglia e di tutta la Chiesa di aderire al progetto di Dio.
don Stefano Di Matteo