La catechesi degli adulti ha sempre avuto un posto di rilievo nella vita della Chiesa, tanto che l’Episcopato Italiano ne ha fatto una scelta privilegiata nel proprio Progetto Catechistico, è necessario quindi definire che cosa si intende quando si parla di catechesi degli adulti. L’espressione catechesi degli adulti, infatti, è soggetta a molteplici interpretazioni che sul piano educativo indicano spesso azioni diversificate, talvolta estreme tra loro e che non poche volte generano ulteriori incomprensioni su di essa e sulle sue finalità[1].
Anche da un punto di vista strettamente terminologico talvolta sorgano delle difficoltà: in alcuni casi il termine “catechesi” in riferimento agli adulti non è utilizzato a causa della connotazione infantilizzata che spesso si dà al termine e si preferisce utilizzare impropriamente altri vocaboli come ad esempio “catecumenato” oppure “itinerari biblici” per adulti, generando ulteriori ambiguità anche sul piano della riflessione e della prassi[2]. In altri casi, va facendosi strada l’identificazione della catechesi degli adulti con corsi di formazione teologica. Bisogna fare molta attenzione, in quanto l’insegnamento teologico, pur mantenendo una valenza catechetica o almeno dovrebbe contribuire in tal senso, di per sé non può essere equiparata alla catechesi degli adulti dal momento che la sua finalità consiste nell’offrire una conoscenza oggettiva e critica dei contenuti della fede e all’approfondimento scientifico del vissuto della fede; la catechesi dal canto suo, invece, si pone come servizio della progressiva maturazione di fede di persone concrete, favorendo un cammino che integri il messaggio del Vangelo con il vissuto di queste persone attraverso un’azione pedagogica[3]. Inoltre, la riflessione catechetica attuale, nel sottolineare la natura pedagogica della catechesi ne ha messo in risalto il carattere dinamico e progressivo: vale a dire la necessità di una catechesi improntata su una dinamica di cammino graduale in una prospettiva permanente del processo educativo[4].
La questione non è da sottovalutare, soprattutto se si considera che il Direttorio Catechistico Generale parla della catechesi degli adulti come “la forma principale della catechesi”[5]. Proprio perché “forma principale” la catechesi degli adulti lega la sua identità innanzitutto alla catechesi; questa nella riflessione catechetica odierna è considerata come forma del ministero della Parola e si presenta come:
- azione ecclesiale rivolta a persone credenti
- approfondimento sistematico del messaggio cristiano
- educazione della mentalità di fede per una pienezza di vita cristiana[6].
Proprio per questo suo specifico catechistico come forma del ministero della Parola che orienta e approfondisce la maturazione nella fede associata alla vita, la catechesi degli adulti non può e non deve essere confusa con altre esperienze e forme non direttamente catechistiche. Essa come forma del ministero della Parola rivolta a persone adulte già credenti, in funzione dell’approfondimento del messaggio cristiano e della maturazione di fede, è una forma di servizio della Parola che segue il primo annuncio. Come ricorda il Documento Base è l’«esplicitazione sempre più sistematica della prima evangelizzazione»[7], in prospettiva della maturazione di fede. Essa quindi presuppone che coloro a cui si rivolge, ricevuto il primo annuncio, abbiano già fatto l’opzione fondamentale per Cristo. Diversamente ci ritroveremo nella situazione di chi necessita di un catecumenato degli adulti in vista dell’iniziazione cristiana che richiede tempi, approcci e metodologie differenti rispetto ad una catechesi degli adulti propriamente detta.
Un ulteriore chiarimento su cosa si intenda per catechesi degli adulti è dato dal Direttorio Generale per la Catechesi che attesta: “la catechesi degli adulti riguarda persone che hanno il diritto e il dovere di portare a maturità il germe della fede che Dio ha loro dato (cfr. 1Cor 13,11; Ef 4,13)… la catechesi degli adulti richiede di identificare accuratamente i tratti tipici del cristiano adulto nella fede, tradurli in obiettivi e contenuti, determinare certe costanti nell’esposizione, fissare le indicazioni metodologiche più efficaci, scegliere le forme e i modelli“[8].
Queste indicazioni del Direttorio mettono in evidenza che il “portare a maturità il germe della fede”, che resta l’obiettivo principale dell’azione catechistica, necessita che tale azione sia tradotta in obiettivi e contenuti attraverso indicazioni metodologiche, escludendo così ogni forma di improvvisazione e casualità, richiedendo invece che la catechesi sia voluta e programmata. Non a caso si fa riferimento in proposito anche alla “formazione e identità del catechista degli adulti“[9] che ha il compito di svolgere l’atto catechistico. Inoltre, a mio avviso, si chiarisce qui anche un’altra questione spesso dibattuta, se cioè la catechesi debba essere per adulti (ovvero per individui ritenuti cronologicamente adulti) o la specifica “adulti” è riferita all’atteggiamento di fede (vale a dire per coloro che hanno già, o almeno in parte, acquisito gli atteggiamenti di vita cristiana). A mio modo di vedere credo che l’una cosa non escluda l’altra, la necessità consiste nel proporre itinerari di catechesi che non siano adulti solo nei contenuti, ma soprattutto che portino ad una coerenza con l’identità che professano e propongono.
Il Direttorio parla di persone che hanno il diritto-dovere di portare a maturità il germe della fede, quindi in tal caso questo vale per ogni cristiano indipendentemente dalla sua condizione evolutiva; anche i fanciulli e i giovani sono chiamati ad essere maturi nella fede in maniera confacente alla loro età, ma è anche vero che la specificità dell’essere adulto, come ricorda anche la Catechesi Tradendae[10], pone quest’ultimo nella condizione di avere “maggiori responsabilità e capacità di vivere il messaggio cristiano nella sua forma sviluppata“[11] e che tale condizione può quindi essere vissuta negli ambiti in cui si è “chiamati a rivestire responsabilità sociali di vario tipo“[12].
Anche per rispondere a questa condizione a cui l’adulto è chiamato, onde evitare che non ci sia alcuna relazione o corrispondenza tra la vita e la fede, nel tracciare i compiti generali e particolari della catechesi degli adulti il Direttorio dispone che: “Per rispondere alle istanze più profonde dei nostri tempi, la catechesi degli adulti deve proporre la fede cristiana nella sua interezza, autenticità e sistematicità, secondo la comprensione che né ha la chiesa, mettendo in primo piano l’annuncio della salvezza, illuminando le tante difficoltà, oscurità, fraintendimenti, pregiudizi e obiezioni, oggi in circolazione, mostrando l’incidenza spirituale e morale del messaggio, introducendo alla lettura credente della Sacra Scrittura e alla pratica della preghiera. Un fondamentale servizio per la catechesi degli adulti è dato dal Catechismo della Chiesa Cattolica e – con riferimento a questo – dai Catechismi degli adulti delle singole Chiese.
In particolare sono compiti della catechesi degli adulti:
– Promuovere la formazione e la maturazione della vita nello Spirito del Cristo risorto con mezzi adeguati: pedagogia sacramentale, ritiri, direzione spirituale…
– Educare alla giusta valutazione dei cambiamenti socioculturali della nostra società alla luce della fede. In questo modo il popolo cristiano é aiutato a discernere i veri valori ed anche i pericoli della nostra civiltà, ed assumere gli atteggiamenti convenienti.
– Chiarire le relazioni che intercorrono tra l’azione temporale e l’azione ecclesiale, mostrando le mutue distinzioni, implicanze e dunque la misura della dovuta interazione. A questo scopo fa parte integrale della formazione degli adulti la dottrina sociale della Chiesa.
– Sviluppare i fondamenti razionali della fede. La retta comprensione della fede e delle verità da credersi stando in conformità con le esigenze della ragione umana, il Vangelo é sempre attuale e pertinente. È necessario perciò promuovere efficacemente una pastorale del pensiero e della cultura cristiana. Ciò permetterà di superare certe forme di integralismo e di fondamentalismo, come pure di interpretazione arbitraria o soggettiva.
– Formare all’assunzione di responsabilità nella missione della Chiesa per rendere testimonianza cristiana nella società.
L’adulto é aiutato a scoprire, valorizzare, attuare quanto ricevuto per natura e per grazia, sia nella comunità ecclesiale sia vivendo all’interno della comunità umana. In questo modo potrà anche superare le insidie della massificazione e dell’anonimato, particolarmente frequenti in alcune società di oggi, che portano alla perdita di identità e al discredito delle qualità e risorse che uno possiede”[13].
Nella sua semplicità questo testo fa molto di più che dare delle semplici indicazioni sulle finalità che una catechesi degli adulti deve perseguire e riguardo i compiti che essa deve svolgere; esso mostra tutta l’importanza che una adeguata catechesi degli adulti ha non solo per il singolo ma per tutta la comunità credente. La catechesi ed in particolar modo una catechesi degli adulti, non può limitarsi a esprimere solo i contenuti della fede ma deve mettere in atto quei processi che permettano al cristiano di vivere, esprimere e testimoniare la propria fede. Troppo sovente si vede un’azione pastorale in tal senso, preoccupata di educare una domanda che non chiede ciò che invece viene offerto, cioè di far sì che la richiesta sacramentale ancora presente sia approfondita e ricollegata ad una vita di fede, ma tale opzione è destinata a fallire se non è ben collegata con una struttura che sappia assicurare un dopo alla domanda; mentre sarebbe più opportuno l’impostazione di una catechesi che abbia il senso della ricerca, di itinerario progressivo che punti ad educare la fede come atteggiamento più che sull’indottrinamento teologico[14].
La catechesi in questo modo diventa un accompagnamento progressivo sulla strada che porta l’uomo all’incontro con il suo Signore e Maestro. Per fare ciò c’è bisogno di due condizioni indispensabili:
La prima, è che la catechesi non deve essere un momento “altro” della vita della comunità, ma solo una comunità che a sua volta é adulta può essere una comunità missionaria che non insegna la fede ma educa ad accoglierla quale essa realmente è: dono di grazia.
La seconda richiede che la catechesi sia vera e adulta[15].
Vera nel senso che:
- non può essere limitata alla sola esposizione delle verità di fede, ma deve favorire l’integrazione tra la fede e la vita;
- deve garantire la dimensione ecclesiale e il senso di appartenenza ad essa, dove nel rispetto delle diversità (anche di maturazione) avviene nell’esercizio del ministero della Parola;
- deve favorire la missionarietà, nel senso che la vita di fede deve diventare testimonianza della propria fede nell’ambito del quotidiano;
- non può essere sporadica ed occasionale, nè infantilizzata o lasciata in balia di improvvisazioni ma deve mantenere organicità e sistematicità sia nell’esposizione dei contenuti, sia nella proposta di percorsi formativi.
Deve essere adulta nel senso che gli obiettivi che persegue e nei contenuti che essa propone deve:
- formare adulti che a livello personale sappiano essere capaci di scelte coerenti con la fede che professano;
- formare adulti che abbiano la capacità di guardare la realtà con obiettività ma senza perdere lo sguardo di misericordia che è proprio del Cristo che essi professano, dando ragione della propria speranza;
- aiutare le comunità ecclesiali a non adagiarsi, ma a voler maturare sempre più al fine di essere Chiesa che si prepara alle nozze con il suo Signore. Non si tratta di improntare una catechesi che sia in chiave di ristrutturazione o conservazione della Chiesa così com’è, ma al servizio di una Chiesa rinnovata secondo le prospettive tracciate dal Concilio;
- infine, bisogna che la catechesi sia adulta anche nei metodi, ciò significa che deve essere assunta una metodologia pedagogica che sia in sintonia con le caratteristiche di maturità e di apprendimento dell’adulto[16].
Non da ultimo, per un corretto operato della catechesi degli adulti, è necessario che essa prenda in giusta considerazione anche la questione delle motivazioni. Non mi riferisco soltanto a ciò che spinge la catechesi ad essere una catechesi degli adulti o se valga la pena oppure no di spendere tempo ed energie per metterla in pratica; la catechesi entra in relazione con una realtà complessa che si chiama adulto, e questi non è privo di sue motivazioni che non sempre in maniera diretta e immediata entrano in contatto con l’esperienza e la proposta di fede[17].
don Stefano Di Matteo
[1] Cfr. L. Soravito, La Catechesi degli Adulti. Orientamenti e proposte, LDC, Leumann (TO) 1998, p.11.
[2] Ibidem, vedi anche E. Alberich – A. Binz, Adulti e catechesi, o.c. p. 40ss.
[3] Cfr. L. Soravito, Catechismo deli adulti e itinerari di fede, LDC, Leumann (TO) 1998, pp. 21-22.
[4] Cfr. L. Soravito, La catechesi degli adulti, o.c., p. 132.
[5] Sacra Congregazione del Clero, Direttorio catechistico generale, LDC, Leumann (TO) 1971, n.20.
[6] Cfr. DCG, 21.
[7] DB, 30.
[8] Cfr. DGC, 173.
[9] Ibidem.
[10] CT, 43.
[11] DCG, 20.
[12] Cfr. DGC, 172.
[13] DGC, 175.
[14] Cfr. L. Meddi, Catechesi, o.c. pp.124-125.
[15] Cfr. L. Soravito, La Catechesi degli Adulti, o.c. pp.21-24.
[16] “un certo numero di autori preferisce sviluppare un modello di educazione alla fede facendo riferimento innanzitutto alle analisi psico-sociali dello sviluppo della dimensione religiosa della persona. Questa posizione non si limita a pensare il metodo come trasmissione dei contenuti del messaggio cristiano […] in modo particolare questo modello si poggia sull’ipotesi che la fede sia un atteggiamento strutturante la personalità e il personale «progetto di vita». In sintesi questo modello vuole realizzare la formazione di «personalità cristiane»”. L. Meddi, Catechesi, o.c. pp.178-179.
[17] Cfr. E. Alberich – A. Binz, Adulti e catechesi, o.c. pp.55-58.